In occasione dell'introduzione della pubblicità comparativa in Italia, Mangiatorella ha desiderato esordire da subito con questa forma di comunicazione per "sfogare", almeno una volta, la propria superiorità di prodotto nei confronti delle marche concorrenti, dotate di una share of voice molto più estesa (grazie a budget plurimiliardari e ad un mercato più vasto). L'interpretazione controversa della nuova normativa, però (con la clausola del divieto di "sfruttamento del nome altrui"), ha indotto cliente e agenzia ad usare l'escamotage dell'iniziale al posto del nome intero per ognuno dei concorrenti citati ("L" sta per Levissima, "S.B." per San Benedetto, etc.): la notorietà delle altre marche presso il largo consumo ha comunque consentito di raggiungere ugualmente gli obiettivi di comunicazione.
Otto anni dopo (luglio 2006), il famoso mensile Focus cita la campagna in un articolo sulla comparativa in Italia